Esplorazione Urbana Solidale.
Con il termine Urbex in inglese si intende l’esplorazione urbana dei luoghi abbandonati.
Il progetto Solidarity Urbex nasce per dare una risposta concreta al fenomeno degli spazi abbandonati nella città di Bologna, partendo da questi ultimi e mettendo al centro la solidarietà verso le associazioni culturali e i luoghi di aggregazione giovanile che hanno più risentito della condizione di impoverimento economico e culturale causato dalla pandemia da Covid-19 e/o dalla mancanza di assegnazione di spazi dove poter svolgere le proprie attività artistico-culturali.
Il progetto attiva una mappatura di questi spazi per creare una memoria condivisa di questi luoghi in abbandono che altrimenti rischierebbero di sparire nel nulla.
Una mappatura open-source, che raccoglie fotografie, racconti, storie, video, o semplici segnalazioni di quello che è stato l’abbandono culturale bolognese degli ultimi anni, tentando di riportare in vita anche simbolicamente quegli spazi, attraverso l’arte nelle sue più svariate sfaccettature e stimolando al contempo la cittadinanza attiva sull’importanza degli spazi culturali in città e sulla rigenerazione culturale urbana dal basso dei cosiddetti ‘‘vuoti urbani’’ o ‘‘scheletri vuoti’’ della città di Bologna’’.
Dario Benegiamo
38 anni, Presidente e Project Management dell’Associazione
Maria Rosa Esposito
30 anni, ex-volontaria Esc in Polonia e coordinatrice del team
Salvatore Aronica
30 anni e appassionato di fotografia urbex
Margherita Nosotti
23 anni e volontaria
Cristiano Capuano
30 anni, giornalista freelance e volontario
Isidora Zanon
28 anni e volontaria
Maria Borrata
36 anni, vicepresidente dell’Associazione e supporto logistico
Antonietta Nardella
30 anni collaboratrice esterna
Guido Cipolla
38 anni, fotografo freelance
Andrea Beddini
31 anni, grafico freelance residente a Valencia (Spagna)
Via Stalingrado, 65 - Bologna
L'Ex Zincaturificio Bolognese operava dal 1953 a Bologna e in tutta la provincia, occupandosi dei servizi di zincatura a caldo. Dopo anni di abbandono l’enorme capannone torna a vivere nel 2016 grazie ad una call for-artists promossa dall'associazione ''Serendippo'', in contestazione alla mostra di Street-Art a pagamento proposta dalla fondazione Genus Bononiae Street Art – Banksy& Co. L’arte allo stato urbano.
Nel 2016 così, più di 40 artisti italiani ed internazionali diedero vita ad un grande museo di street-art ad ingresso libero all'interno della struttura ormai abbandonata da anni.
Tra gli artisti principali che dipinsero le pareti dell’Ex-Zincaturificio troviamo: 5074, About Ponny, Ache77, Animelle, Carlos Atoche, Casciu, Bdn, Bibbito, Collettivo Fx, Dada, Dirlo, DissensoCognitivo, Distruggilaloggia, Ente, Exit Enter, Fuori Luogo, Hazkj, Hpc Crew, Hang, Incursioni Decorative, Hopnn, JamesBoy, Leo Borri, Luogo Comune, Marcio, Nada, Nemo’S, Pepecoibermuda, Progeas Family, Psikopatik, Pupa, Reve+, Caesar, RickyBoy, Snem, Sharko, Standard, Stelle Confuse, Tadlock, Valda, Zolta.
La proprietà ha recentemente annunciato la volontà di voler abbattere l'enorme spazio.
Via del Pratello n. 53, Bologna.
Alcune foto dell'evento di chiusura del progetto ''Solidarity Urbex'' tenutosi il 24 maggio 2023 presso il Centro Sociale della Pace, in Via del Pratello n. 53, Bologna.
Mostra fotografica più musica affidata ai ''Vibrella Sound'' che da anni ibridano arti circensi a musica elettronica.
Via Stalingrado, 59 Bologna
L'enorme area dell'Ex-SAMPutensili venne affidata all'Associazione Planimetrie Culturali APS che da anni svolge a Bologna progetti di rigenerazione urbana tramite le cosiddette "bonifiche culturali" temporanee e gli usi temporanei di spazi abbandonati. La struttura divenne così nel 2012 Senza-Filtro "Sorting for Different Art Center", un enorme spazio artistico polifunzionaledove furono coinvolte ben 22 associazioni.Nell'enorme struttura, si svolsero diversi eventi artistico-culturali che in tre anni, dal 2012 al 2015, diedero nuova vita all'enorme area. Arte, cultura ma anche tanta musica in uno spazio dove per tre anni confluirono diverse anime differenti tra loro, compreso un ostello per giovani Erasmus. Questo fino ad ottobre 2014, anno in cui l'EX-Senza Filtro divenne Oz, “Eden park” che, con i suoi 7.000 metri quadri, divenne l’area per sport urban-freestyle (skateboard, parkour e tanti altri) più grande d’Europa.
Nello spazio affiliato al circuito AICS vi confluivano sia l’anima più sportiva degli skaters e sia l’anima più alternativa di quelle che erano le varie sottoculture musicali: hip-hop, reggae e generi affini. Questo fino al 2018, anno in cui purtroppo anche l’Oz fu costretto a chiudere i battenti in quanto il gruppo Unipol proprietario della struttura decise di acquisire nuovamente lo stabile.
Attualmente la struttura è in parte ancora abbandonata mentre solo una piccola parte di essa è stata affidata al gruppo ‘’San-Cristoforo’’.
Dopo la chiusura l’OZ ha trovato una nuova casa a San. Lazzaro di Savena, conservando quantomeno l’aspetto più sportivo, dove è divenuto ‘’Eden Park’’.
Via Ferrarese, 199 Bologna
L'Ex-Caserma Sani è ubicata nella prima periferia settentrionale del Comune di Bologna, località Casaralta (quartiere Navile) tra via Ferrarese e via Stalingrado, a nord della stazione ferroviaria e presso il quartiere fieristico.
La zona è caratterizzata da edifici residenziali, terziari ed ex industriali in via di riconversione. L’area limitrofa è costituita dalle espansioni residenziali di fine Ottocento e inizio Novecento del secolo scorso.
L'Ex- Caserma Sani ospitava magazzini, palazzine e edifici produttivi (tra i quali due silos e un fabbricato frigorifero). Era collegata con un binario dedicato alla rete ferroviaria nazionale.
Abbandonata nel 2003, nel 2007 diviene proprietà di Cassa Depositi e Prestiti. Dopo un'asta risultata deserta nel 2010 a causa dei prezzi decisamente troppo elevati, viene indetto un "concorso di idee" per la propria riqualificazione.
Il concorso di progettazione, bandito da CDP Investimenti Sgr a dicembre 2016 e concluso a luglio 2017, è stato aggiudicato allo studio DOGMA di Pier Vittorio Aureli e Martino Tattara, con sede a Bruxelles. Il 15 novembre 2019 i collettivi che animavano il Centro Sociale XM24 sgomberato poco prima, hanno occupato due degli edifici dell'enorme area ancora completamente abbandonata.
Molte furono le attività organizzate dai collettivi all'interno degli spazi durante i due mesi di occupazione, e molti furono gli artisti importanti che attraversarono lo spazio, come: il fumettista Zerocalcare e l'attore Elio Germano il quale fu ospite a sorpresa proprio in uno dei primi eventi che si tennero nello spazio.
Dopo circa due mesi, l'occupazione terminò con uno sgombero. Attualmente la Caserma Sani è un'ampia area militare dismessa all’interno della quale sono presenti 26 edifici diversi per dimensioni, epoca di costruzione, tipologia e stato di conservazione.
All'interno degli edifici, ci sono ancora le opere di alcuni street-artists che dipinsero le pareti in quei due mesi.
Prime tra tutte, un'opera dei due artisti Borondo e Cane Morto che dipinsero un'enorme "Madonna Trans" nella sala principale, l'opera fu soprannominata "la Cattedrale".
Via Zanardi, 28 Bologna
L’area è caratterizzata da due enormi edifici, i quali furono acquistati da Poste Italiane che dopo averne demolito alcuni edifici vi costruì il Centro di Meccanizzazione Postale attivo fino agli anni ‘90. Da allora in poi l’enorme area grava in condizioni di degrado e abbandono.
Dopo un’occupazione di alcuni collettivi negli anni ‘90 culminata con uno sgombero, l’area rimasta nel frattempo vuota venne nuovamente occupata temporaneamente nel 2018 da attivisti/e del Collettivo Crash, che essendo stati precedentemente sgomberati dalla loro storica sede, ne avevano richiesto l’utilizzo tramite un progetto di auto recupero per fini socioculturali ed aggregativi. Poste Italiane però non accettò la proposta ed ora l’enorme area attualmente verte ancora in condizioni di totale abbandono.
Nonostante tutto, le Ex-Poste continuano a mantenere il loro fascino, anche a causa di un enorme ciminiera che si intravede sul lato destro dell’area e che sopravvive nel tempo in quanto tutelata dalla Sovrintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici quale modello di archeologia industriale dell'Ottocento.
Il 2 giugno 2023 l’area fu nuovamente occupata per 2 giorni di mobilitazione dal collettivo studentesco ‘’Scuole in lotta’'.
Via della Cooperazione, 10 Bologna
La storia del Collettivo Crash è una storia travagliata fatta di numerose occupazioni e relativi sgomberi, che il Collettivo ha attraversato a partire dal lontano 2003. L’occupazione che durò decisamente più a lungo fu quella dell’enorme stabile di proprietà di Unicredit che una volta fu l’ex-centro di smistamento della posta del gruppo bancario. L’enorme stabile, fatto di numerosi hangar e di una struttura a più piani, fu abbandonato ed occupato dal Collettivo nel febbraio 2009. Da lì in poi, molte furono le attività politiche, culturali e sociali che gli attivisti/e vi organizzarono all’interno, e molti furono anche gli artisti che attraversarono l’enorme stabile.A testimonianza di ciò, ci sono i bellissimi murales che ancora ne decorano le pareti.
Concerti, festival, laboratori, presentazioni di libri ed un mercato biologico contadino a cadenza settimanale, fino ad agosto 2017 anno in cui ci fu lo sgombero.
Attualmente, l’enorme stabile risulta in parte ancora abbandonato ed abitato in condizioni più che precarie da chi evidentemente non può permettersi un’altra sistemazione, mentre c’è un’altra parte dello stabile dove sono in corso dei lavori di ristrutturazione.
Nel frattempo, il Collettivo ha trovato però un’altra casa, questa volta lanciandosi in un progetto di ‘’rigenerazione urbana’’ dal basso realizzato in due anni tramite un crowdfunding.
La nuova sede si trova in quella che prima era l’Ex-Centrale del latte in Via di Corticella n. 104, nel quale il Collettivo ha rigenerato lo spazio dando vita al progetto tuttora in corso chiamato: ‘’Hub delle Periferie’’.
Via Libia, 69 Bologna
Dopo anni di abbandono nel 2002 lo stabile precisamente al civico 69 viene concesso all’Associazione "Amici di Piazza Grande", che ne fece la propria prima sede dopo l'apertura del giornale "Piazza Grande" avvenuta nel 1993.
Nel 2014 parte della struttura viene data tramite concessione d'uso temporaneo all’Associazione artistica "Le Fucine Vulcaniche" con l’obiettivo di offrire opportunità di formazione e lavoro ai giovani del quartiere. Nel 2015 anche il collettivo di artisti del Circo Paniko si trasferì con il proprio tendone da circo nel cortile esterno dello stabile.
Questo fino al 2016, anno in cui purtroppo la struttura subì un altro fortissimo incendio che distrusse gran parte dello stabile costringendo l’associazione ad interrompere ogni attività. Nel periodo antecedente però, c’era stato anche un accordo tra la Città Metropolitana di Bologna e l’azienda privata bresciana Tassone Costruzioni che acquisì l’area dopo l’incendio. La nuova proprietà privata bresciana però, ne cambiò la destinazione d’uso e decise di costruire un centro commerciale.
Via Fioravanti 24, Bologna
Ex Mercato ortofrutticolo del quartiere Bolognina fu fondato nel 1930 dalla Cassa di Risparmio, in un'area di 35.000 mq retrostante la stazione centrale.
Fu la sede storica del Centro Sociale Xm24 dal 2002 al 2019.
La storia del Centro Sociale Xm24 iniziò nel 2000 quando alcuni/e attivisti/e reduci dall’esperienza del Bologna Social Forum occuparono l’ex gasometro di Via Ranzani sgomberato un anno più tardi. Reduci dallo sgombero di Via Ranzani ma ancor di più dai fattacci del G8 di Genova, gli/le attivisti/e ottennero in concessione dal sindaco di destra Guazzaloca gli spazi dismessi dell’ex-mercato ortofrutticolo di Via Fioravanti n. 24.
Nacque così nel 2002 Xm24 e tutta la serie di collettivi che animarono lo spazio fino al 6 agosto 2023, giorno in cui ci fu lo sgombero.
Il Centro Sociale mantenne dei rapporti seppur a tratti conflittuali ma comunque discretamente buoni con il Comune di Bologna fino al 2011, anno in cui la conformazione dello storico quartiere Bolognina iniziò a cambiare.
Il primo tentativo di sgombero da parte del Comune di Bologna e di un quartiere come la Bolognina che con il tempo stava cambiando sempre di più ci fu nel 2013, quando il Comune comunicò al Centro Sociale la volontà di voler costruire una rotonda su Via Fioravanti, cosa che avrebbe sacrificato un consistente pezzo di Xm24.
Fortunatamente però, il rischio fu scampato grazie ad un progetto alternativo presentato proprio dagli stessi attivisti dal nome ‘’la realtà non è rotonda’’, in occasione del quale venne anche realizzato dallo street-artist Blu il bellissimo murales ‘’Occupy Mordor’’.
Un altro tentativo di sgombero ci fu sempre nel 2013 quando l'ex-sindaco di Bologna Virginio Merola chiese a tutti gli spazi in concessione dal Comune di regolarizzare i rapporti tramite bandi e concessioni destinati a soggetti associativi, tirando così automaticamente fuori da tale discorso i centri sociali come Xm24 che per loro natura avevano un'organizzazione più orizzontale.
Anche quest'altro tentativo di sgombero però fu scampato, grazie alla nascita del Comitato E.S.A.(Esperienze Sociali Autogestite), un comitato che nacque con l'obiettivo di fare da ponte tra i centri sociali ed il Comune e che permise ad Xm24 di vedersi rinnovata la convenzione.
Nel frattempo però, grandi gruppi privati iniziarono a mettere gli occhi sulla street-art volendola privatizzare e così nel 2016 Blu cancellò il suo bellissimo murales dalle pareti di Xm24, in contestazione alla mostra promossa dalla fondazione Genus Bononiae e della sua mostra Street Art – Banksy& Co. L’arte allo stato urbano.
L'area in città si faceva sempre più tesa ed il 30 gennaio 2017 il Centro Sociale Xm24 si vide non rinnovare la propria convenzione ed il Comune tramite una lettera chiese agli/alle attivisti/e di lasciare lo spazio entro il 30 giugno.
Da lì in poi si succedettero una serie di iniziative volte a difendere a tutti i costi lo spazio: festival, raccolta firme e persino una partecipata Street-Parade dove circa 10000 persone sfilarono per le strade di Bologna sotto il grido: ''Contro il nulla che avanza''..
Purtroppo però a nulla servì tutto ciò, perchè il 6 agosto 2019 le ruspe arrivarono a sgomberare definitivamente il Centro Sociale Xm24.
La storia del famoso Centro Sociale è stata raccontata in un bellissimo documentario dal titolo ''Come una foresta in città'', reperibile in streaming al seguente link: https://openddb.it/film/come-una-foresta-in-citta/
Via Zago n.1, Bologna
L’Ex-Centro ‘’Cesare Ragazzi’’ svolse la sua funzione di clinica fino a circa una ventina di anni fa. Da allora, la struttura di proprietà del gruppo privato Holding Investire Sgr verte in condizioni di totale abbandono.
Nel 2015, lo stabile venne occupato da attivisti/e vicini all’area anarchica che inaugurano l’occupazione chiamando il posto con il nome di ‘’La Rage’’. L’occupazione però venne sgomberata dopo circa tre settimane.
Il 21 aprile 2022 lo stabile ancora più fatiscente visti gli anni passati, venne nuovamente occupato, stavolta da attivisti/e di XM24 e dal Collettivo InfestAzioni, che inviarono una lettera alla proprietà chiedendo un uso temporaneo della struttura per poter svolgere attività di mutualismo ed aggregazione libera e spontanea al di fuori dalle logiche di mercato.
Ci fu ovviamente un secco no da parte della proprietà ed il 24 maggio 2022 lo stabile venne di nuovo sgomberato.
Durante quel mese di occupazione, molte furono le attività che gli/le attivisti/e vi organizzarono all’interno, prima tra tutte il Festival dell’Editoria Indipendente Ole’, che un tempo si svolgeva presso il Centro Sociale Xm24.
Attualmente la struttura verte ancora in condizioni di totale abbandono.
Viale Enrico Panzacchi, 8, Bologna
Staveco - Stabilimento Veicoli da Combattimento (noto anche con la dicitura Stabilimento Veicoli Corazzati) era un complesso industriale principalmente attivo nella produzione di munizionamento e mezzi corazzati.
Nel 1947 l'impianto diventa Ormec, Officina Riparazione Mezzi Corazzati, occupandosi di revisione, manutenzione e riparazione di carri armati, semoventi, veicoli corazzati e blindati e relativa attrezzatura e dotazione.
L'impianto subisce diversi cambi di denominazione fino al 2003, anno in cui chiude i battenti. Attualmente l’intera area risulta quasi totalmente abbandonata, fatta eccezione per un parcheggio.
Dal 2003 tante sono state le proposte avanzate per una rigenerazione dell’enorme area abbandonata a due passi dal centro cittadino e dai bellissimi Giardini Margherita. L’ultima tra tutte è quella che sembra essere quella più certa, ovvero che l’intera area dell'ex caserma Staveco, venga destinata all’insediamento di alcune sedi giudiziarie, ad integrazione del polo giudiziario già presente in centro storico e a poca distanza.
Nel frattempo però, all’interno dell’enorme area dismessa si è instaurato un vero e proprio museo di Street-Art a cielo aperto, in quanto molti sono stati gli artisti che negli anni sono passati a decorare le pareti dell’ex-Caserma. Tra i più famosi: Ericailcane, Andrea Casciu, Zolta, Crisa, Tellas, Argonaut, Void, Rmogrl8120, Luogo comune, Dielis, Claudio Sale, Dissenso cognitivo, Sharko, Bibbito, Lo Sbieco, James Boy, Brome, Awer e molti/e altri/e.
Le opere di Street-Art sono talmente tante che il Comune di Bologna ha recentemente annunciato di voler staccare le opere prima della messa a posto degli stabili per poterle esporre in un museo: https://zero.eu/it/news/il-comune-vuole-spostare-i-murales-della-staveco-in-un-museo-ma-forse-non-e-il-caso/
Via dell'arcoveggio n.49 Bologna
Nel 2016 il Collettivo artistico "Elastico" già reduce da altre esperienze artistiche, si stabilì in una casa a due piani caratterizzata da mattoni rossi ed un ampio giardino esterno, in Via dell'Arcoveggio, nel quartiere Navile.
Nacque cos' uno spazio ibrido e di contaminazione artistica, caratterizzato da molte attività come: mostre, laboratori artistici, eventi e ovviamente concerti volti all'autofinanziamento. In forte connessione con l'attitudine DIY e la contro-cultura queer lo spazio seppur non grandissimo divenne subito punto di riferimento per tanti/e giovani.
Questo fino al 2021, anno in cui purtroppo lo spazio fu costretto a chiudere in seguito alle condizioni economiche svantaggiose venute in seguito alla pandemia.
Dalle ceneri di questa esperienza, sempre nel 2021 nacque Elastico-Records, la prima etichetta non binaria, anti-sessista e anti-razzista in cerca di un nuovo spazio: https://www.elastico.org/
Recentemente il Collettivo, ha annunciato di aver trovato una nuova sede sempre nel quartiere Bolognina.
Via Orfeo n.46, Bologna
La Ex-Caserma Masini è situata nella zona sud-est del centro storico in zona di grande pregio urbanistico e spiccata vocazione residenziale (zona Galvani). L'enorme area è composta da diversi corpi di fabbrica su una superficie territoriale pari a 7.490 mq.
L'area fu occupata dai collettivi del Centro Sociale Làbas il 13 novembre del 2012.
Per anni al suo interno molte furono le attività sviluppate dal collettivo, tutte a carattere socio-culturale, come: il mercato settimanale biologico di Campi Aperti, un piccolo dormitorio sociale autogestito, una ciclo-officina, numerosi concerti ed eventi culturali.
L'8 agosto del 2017 lo spazio fu violentemente sgomberato, insieme ad altri importanti centri sociali della città.
Nel mese di settembre dello stesso anno fu organizzata a Bologna una grande manifestazione nazionale in protesta allo sgombero, che vide la partecipazione di circa ventimila persone provenienti da più parti d'Italia, sotto il grido #RiapriamoLabas.
Successivamente, nello stesso anno il Collettivo costituì un'associazione dal nome "Nata per sciogliersi" grazie alla quale si aggiudicò tramite bando una concessione di 8 anni riguardante gli spazi di Vicolo Bolognetti n. 2, sempre nel quartiere Santo-Stefano.
Tra le tante attività: uno Sportello legale per migranti, uno per il lavoro e uno per la casa, un doposcuola, una scuola d’italiano, LàBimbi, un progetto ludico-educativo, la ciclofficina sociale LàBike e il Laboratorio di Salute Popolare che offre cure mediche e odontoiatriche e sostegno psicologico.
L'insieme di queste esperienze costituisce la nascita del cosiddetto "Municipio Sociale Autogestito".
Nel 2021 però alcuni/e attivisti/e del Collettivo aprirono nuovamente i cancelli dell'enorme Ex-Caserma Masini, per dare un messaggio simbolico all'amministrazione comunale, contestando la decisione di Cassa Depositi e Prestiti di aprire un hotel utilizzando parte della struttura e contestando il fatto che a quattro anni dallo sgombero l'enorme struttura gravi ancora in condizioni di completo abbandono.
Il 28 aprile 2023, il collettivo universitario Luna, insieme ad Adl Cobas, entrambi vicini alla galassia degli/delle attivisti/e del Centro Sociale Làbas, aprirono le porte delle case di Via Borgolocchi, gli spazi adiacenti all'ex-caserma Masini, dando vita ad: H.O.ME. (Hub di Organizzazione Meticcia), occupazione di tipo abitativo.
Insieme alla questione abitativa, già da tempo al centro del dibattito politico bolognese, si torna a discutere di riconoscere l'Ex-Caserma Masini come Bene Comune, infatti, in alcune giornate le porte dell'ex-caserma tornano ad essere aperte per iniziative ad hoc volte appunto alla sensibilizzazione di ciò.
Il 18 luglio 2023 però anche lo spazio H.O.ME. viene di nuovo sgomberato, mentre sulle enormi parati dell'Ex-Caserma giace ancora il bellissimo murales realizzato dallo street-artist NemO's.
Via Stalingrado n.31, Bologna
L’area dell’ex sede del negozio Mercatone Uno è un'area commerciale dismessa localizzata in via Stalingrado, 31-33, angolo via Cesare Gnudi, 2.
L’ex-Mercatone Uno chiuse circa una decina di anni fa. Nel 2015 lo stabile fu occupato dal Collettivo Hobo il quale occupò la struttura inaugurando i cosiddetti ‘’Magazzini del Popolo’’, ma l’occupazione fu sgomberata dopo circa un mese.
Da quel momento in poi, l’enorme area in parte fatiscente rimase in stato di completo abbandono. Nel 2020 e quindi in piena pandemia, il famoso artista ed architetto di nome Edoardo Tresoldi vi realizzò all’interno un'installazione artistica temporanea dal nome ‘’Cerimonia’’, con il fine di valorizzarne l’abbandono inaugurando appunto un nuovo inizio.
Sabato 19 novembre 2022 parte dell’area venne nuovamente occupata dal Collettivo InfestAzioni, reduce già da un altro sgombero.
Il 13 dicembre 2022 però anche questa occupazione terminò, mentre come già successo con le vicende di Blu nel 2016 https://www.artribune.com/attualita/2016/03/bufera-street-art-a-bologna-blu-cancella-le-sue-opere/, gli/le attivisti/e staccarono dalle pareti dello stabile un bellissimo murales dello street-artist Ericailcane, per evitare appunto che l’opera potesse essere staccata ed esposta in un museo magari a pagamento.
L’intera area di proprietà del Gruppo Unipol infatti, sarà oggetto di riqualificazione. L’intervento prevede l’abbattimento di due capannoni dell’area e la costruzione di diversi edifici a carattere prettamente residenziale e commerciale.
Via Capo di Lucca n.30, Bologna
L’esperienza di Bartleby inizia con l'occupazione di uno stabile dell’Università in via Capo di Lucca n. 30, dismesso da anni, se non per qualche armadio della facoltà di Scienze Aziendali.
È marzo del 2009, in piena Onda (il movimento studentesco), sono gli ultimi mesi della giunta Cofferati e del rettore Pier Ugo Calzolari. Per tre volte in sei mesi, Bartleby viene sgomberato e di nuovo rioccupato.
Nel frattempo, a Palazzo D’Accursio si insedia Flavio Del Bono, il sindaco breve, e in rettorato arrivano Ivano Dionigi e il 'prorettore' degli studenti Roberto Nicoletti. Bartleby diventa un' associazione studentesca e a dicembre del 2009 partecipa a un bando per l’assegnazione di spazi a realtà associative universitarie. Vince e a marzo 2009 entra nei locali di via San Petronio Vecchio che prima erano sede della Croce Rossa con una convenzione valida fino al 31 settembre 2009.
La sede storica di Via Capo di Lucca è da allora in condizioni di parziale abbandono, mentre da fuori si può ancora notare un bellissimo murales dello street-artist Ericailcane https://www.ericailcane.org/ che ne dipinse le pareti.
Piazza Porta S. Stefano n. 6, Bologna
La storia dell'ex-Atlantide fu lunga e travagliata e si intreccia fortemente con quella che è la storia del Cassero LGBTi+, che oggi conosciamo tutti/e e che si trova appunto in Via Don Giovanni Minzoni, 18.
Il 23 dicembre 1945 l'ex-sindaco socialista Zanardi inaugurò al secondo piano la sezione Bentini del Partito Socialista.
Inizialmente, vi erano due realtà e spazi differenti, uno fu occupato dal 1972 da attivisti/e di area anarchica, l'altro ha ospitato in passato varie realtà associative.
Nel 1997 il Cassero 2 fu occupato e chiamato Atlantide, e divenne subito un importante luogo e laboratorio di sperimentazione politica e culturale.
Da allora in poi, emersero diversi collettivi di donne lesbo-femministe separatiste e il collettivo musicale NullaOsta, e così lo spazio seppur piccolo divenne subito un importante centro internazionale per la contro-cultura queer-femminista e per tutto ciò che ruotava intorno all’universo musicale DIY e Punk-Hardcore.
Questo fino al 9 ottobre 2015, giorno in cui lo spazio venne sgomberato, con non poche polemiche all'interno della giunta comunale di allora.
Nonostante le polemiche lo spazio continua però ad essere abbandonato, al suo posto dovrebbe essere aperta una sede per i Servizi Sociali ma non sarà facile mettere a posto la struttura in quanto l'edificio è sottoposto a vincolo da parte della Sovrintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio.
Nel frattempo, a testimonianza di quello che fu lo storico spazio rimane “Atlantide – Hardcore d.i.y. punx live 2001-2015”, un libro che consente di “sfogliare 14 anni di punk hardcore in Atlantide tra foto, flyer e contributi scritti di chi c’era e di chi ci ha suonato”.
Via di Corticella n. 56, Bologna
Edificio colorato a più piani nel pieno quartiere della Bolognina e a due passi da Piazza dell’Unità.
L’edificio colorato, una sorta di piccola Bauhaus, fu prima Biblioteca di quartiere (biblioteca Pelagalli), poi asilo nido fino al 2012 e poi rimase abbandonato.
Nel 2016 fu occupato da attivisti/e per il diritto alla casa del collettivo Social-Log, ma fu subito sgomberato.
Il 2 febbraio 2018 in occasione di Arte Fiera 2018 e Art City con una mostra collettiva dal titolo “2218. Esercizi di manutenzione di immaginario”, l’edificio tornò di nuovo a vivere diventando la sede di Voxel, un gruppo di creativi infatti vi inaugurò un nuovo spazio di co-working per artisti, imprenditori, produttori, designer.
Nel 2020 però, un pò a causa della pandemia ed un pò per cause sconosciute lo spazio chiuse di nuovo i battenti.
Nel giugno del 2023 però, la piccola Bauhaus della Bolognina è tornata a nuova vita con l'apertura del circolo Hex: ''uno spazio di promozione sociale, culturale e musicale nonché covo di streghe'':https://zero.eu/it/eventi/284970-arcana-inaugurazione-circolo-hex,bologna/
Via del Terrapieno n. 22/b, Bologna
Il Laboratorio l'isola è stata la sede di un piccolo ma dinamico spazio di produzione artistica e culturale indipendente.
Nato più di dieci anni fa prima come spazio abitativo in una zona altamente periferica del quartiere San. Donato di Bologna, e poi diventato nel tempo un laboratorio artistico con attività di vario tipo come: mostre, concerti e festival.
Tra le numerose attività che vi furono sviluppate all'interno dello spazio, molte di queste erano in forte connessione con il mondo DIY e tutto ciò che ruota intorno alla contro-cultura queer.
Tante le attività artistico-culturali e musicali volte principalmente all'autofinanziamento, fino al 2020, anno in cui lo spazio fu purtroppo costretto a chiudere a causa delle difficoltà economiche venute in seguito alla pandemia: https://zero.eu/it/news/elastico-faart-e-laboratorio-lisola-chiudono-i-propri-spazi/
Attualmente, lo spazio che era di proprietà privata è stato completamente riconvertito in una piccola azienda, mentre alcuni degl* abitanti di quello che per anni ha rappresentato una piccola "utopia" periferica animano il Circolo DEV in piena zona universitaria: https://zero.eu/it/luoghi/206242-circolo-dev,bologna/
Via Giuseppe Tartini n. 3, Bologna
Il Mercato Sonato è stato il centro culturale del quartiere San Donato di Bologna, interamente autogestito dall'Orchestra Senzaspine, orchestra giovanile con più di 400 elementi. La sua storia è iniziata, nel 2015 con un progetto di rigenerazione urbana e culturale, unico nel suo genere a livello nazionale.
Gli spazi del Mercato Sonato sono stati assegnati nel 2015 dal Comune di Bologna all’Associazione Senzaspine, nata nel 2013 e vincitrice del bando Incredibol! 2014 di Palazzo D’Accursio e di Culturability 2015 della Fondazione Unipolis.
L’Orchestra Senzaspine, è un’ associazione che conta oggi oltre 450 musicisti under 35, nata dall’idea di due amici, i giovani direttori d’orchestra: Tommaso Ussardi e Matteo Parmeggiani, attualmente presidente e vicepresidente dell’associazione.
La missione era duplice e ambiziosa: da un lato riconsegnare la musica classica all’amore del grande pubblico, dall’altro offrire ai giovani orchestrali concrete opportunità professionali e la possibilità di confrontarsi con il repertorio sinfonico più impegnativo e affascinante. Il tutto secondo un approccio coinvolgente, che proiettava nel futuro l’eleganza della tradizione, con l’intento di sfatare i falsi miti che accompagnano la musica classica.
Questo però fino a luglio 2023, perchè il Comune di Bologna ha annunciato di voler trasformare la vecchia struttura del mercato rionale del quartiere San Donato, in un un ''moderno spazio polifunzionale portando avanti la vocazione incentrata su musica, cultura e creatività che si è affermata negli ultimi anni'', impegnandosi a trovare nel breve tempo una nuova sede per l'Orchestra Senzaspine: https://zero.eu/it/news/lex-mercato-san-donato-diventa-uno-spazio-polifunzionale-ultramoderno-via-il-mercato-sonato/
La storia del Mercato Sonato però continua perchè l'associazione che lo gestisce ha ottenuto il permesso di continuare con le proprie attività almeno fino a dicembre 2023, nell'attesa che inizino i lavori di ''riqualificazione'' dello stabile.
Via del Parco 16, Bologna
L'Ex-Caserma Stamoto è un’area di 13 ettari nata come officina per mezzi militari, oggi in fase di dismissione.
L'enorme struttura è solo una delle diverse aree militari abbandonate presenti nella città di Bologna e come le altre è da tempo al centro di diverse polemiche.
Lo stabile, abbandonato ormai da diversi anni fu occupato nel 2015 dagli attivisti di ''Noi Restiamo'' in concomitanza con la Festa della Repubblica del 2 giugno.
L'occupazione però durò solo una settimana perchè venne subito sgomberata, dopo una denuncia presentata dall'Esercito.
Sempre nel 2015, alcune realtà del terzo settore quali Volabo – il CSV di Bologna e Associazione Andromeda-Coordinamento Emilia-Romagna, presentarono un'idea progettuale che aveva il fine di rigenerare l'enorme area militare da anni condannata all'abbandono e all'incuria.
Vennero quindi fissati alcuni obiettivi, fra questi quelli di: realizzare una casa del terzo settore, laboratori di arti e mestieri, spazi ricreativi, favorire lo sviluppo di luoghi di aggregazione e punti di comunità capaci di ospitare abitanti e generazioni con caratteristiche diverse e di dare un’identità positiva agli spazi pubblici.
Il 20 aprile 2016, presso l’Urban Center di Bologna si svolse un primo importante appuntamento cittadino dal titolo ''Ridisegnare spazi urbani per sviluppare comunità competenti. Idee progetto per il recupero dell’area dismessa della ex-caserma Stamoto di Bologna''.
Nell'ambito di quest'incontro vennero sviluppate cinque proposte progettuali per la ''rigenerazione'' dell'Ex-Stamoto, che però attualmente attendono ancora di essere sviluppate:https://benicomuni.csvnet.it/rigenerare-spazi-urbani-per-sviluppare-comunita-competenti-idee-progetto-per-il-recupero-dellex-caserma-stamoto/
Sabato 11 dicembre 2022, D(i)ritti alla città, rete per gli spazi pubblici tornò ad aprire simbolicamente per una giornata i cancelli dell'ex-caserma Stamoto, con il fine di denunciarne le condizioni di abbandono, sensibilizzare ed informare la cittadinanza sul destino degli spazi pubblici dismessi a Bologna: https://dirittiallacitta.org/aperti-i-cancelli-dellex-caserma-stamoto-per-mostrare-quanto-e-sottratto-alla-cittadinanza
Ad ottobre 2023, il Comune ha annunciato che a breve firmerà un protocollo d’intesa insieme all’Agenzia del Demanio.
Il protocollo potrà dare il via agli interventi di ''riqualificazione'' sull'area da oltre 120 mila metri quadri. Dopo tale firma, il Comune ha intenzione di avviare un confronto con i residenti del quartiere "per definire nel dettaglio gli usi e le funzioni più idonee rispetto ai bisogni".
In tal caso, il Comune immagina di trasformare l'ex caserma in area ad "usi misti", ovvero alloggi, area verde, residenze per studenti, spazi sportivi e, non da ultimo due grandi parcheggi "che i cittadini hanno indicato come prioritari in zona".
Via Larga n. 49, Bologna
Nel 2008 la struttura che un tempo era l'ex stazione di smistamento ferroviaria situata nel quartiere Pilastro di Bologna fu acquisita dall'associazione Planimetrie Culturali APS nata da un collettivo di artisti e da quella che fu un'altra importante esperienza di auto-recupero bolognese: il C.A.C.U.B.O. (Cantiere Culturale Bolognese).
L'associazione che dal 2007 sviluppa progetti di "bonifiche culturali" temporanee in spazi abbandonati, inizia a gestire lo spazio trasformandolo in un ottimo esempio di rigenerazione culturale dal basso, organizzando all'interno della struttura numerosi eventi artistico-culturali quali: concerti, mostre ed eventi musicali di vario tipo.
Questo fino al 2012, anno in cui purtroppo il sisma colpì l'Emilia-Romagna distruggendo parte della struttura e costringendo l'associazione a dover abbandonare l'edificio.
Da allora in poi per l'associazione ebbe inizio un'altra esperienza, ovvero quella del "Senza-Filtro "Sorting for Different Art Center" nello stabile dell'Ex-SAMPutensili di Via Stalingrado n. 59, Bologna.
Solidarity Urbex-Esplorazione Urbana Solidale è promosso da:
Associazione Y.S.T. (Youth-Solidarity Travellers) APS
Finanziato da:
Agenzia Nazionale Giovani tramite il Programma dei Corpi Europei di Solidarietà ESC-30 "Progetti di Solidarietà"
Con la partecipazione di:
Associazione Spazi Indecisi | Associazione Mosaico di Solidarietà ONLUS | Associazione Ottovolante APS