Urbex Walkscapes
Con il termine Urbex in inglese si intende l’esplorazione urbana dei luoghi abbandonati.
Il progetto Urbex Walkscapes nasce per dare una risposta concreta al fenomeno degli spazi abbandonati nelle città di Bologna e Pescara, partendo da questi ultimi e mettendo al centro la solidarietà verso le associazioni culturali e i luoghi di aggregazione giovanile che hanno più risentito della condizione di impoverimento economico e culturale e dalla mancanza di spazi dove poter svolgere le proprie attività artistico-culturali.
L'idea di sviluppare il seguente progetto è nata dalla volontà ed esigenza da parte dell'Associazione Y.S.T. (Youth-Solidarity Travellers) APS di dare un seguito al Progetto ''Solidarity Urbex. Esplorazione Urbana Solidale'', svolto con successo a Bologna dal 1° settembre 2022 al 31 luglio 2023. Dallo sviluppo di questo progetto, infatti, è stata avviato un percorso di mappatura partecipata, di quelli che sono gli spazi abbandonati nella città di Bologna, e di quelli che un tempo furono i centri di aggregazione giovanile che per vari motivi, in primis la pandemia, non esistono più.
Spazi di aggregazione e centri di produzione artistica culturale indipendente di vario tipo (circoli ARCI, Centri Sociali ecc.) che scomparendo hanno lasciato un vuoto immenso nei quartieri spesso periferici dove erano inseriti e per i quali sarebbe bello immaginare di nuovo un futuro.
L'idea di sviluppare il seguente progetto è nata da ciò e dalla sinergia con le referenti del progetto artistico di camminate notturne Attraverso la Notte http://www.marsalaproject.net/portfolio/camminando-attraverso-la-notte/
Urbex Walkscapes non si limita ad esplorare solo il territorio bolognese, ma anche quello della città di Pescara, grazie alla collaborazione con l’Associazione Mani Sporche APS, da anni impegnata in progetti per la diffusione della Street-Art.
Nella città abruzzese il progetto ripercorrerà le tappe della celebre manifestazione artistica ‘’Fuori-Uso’’ https://it.wikipedia.org/wiki/Fuori_Uso che si è svolto a Pescara dal 1990 al 2016, un festival artistico che prendeva piede negli spazi abbandonati della città, con il fine di stimolare tramite l'arte una riflessione costruttiva su un possibile riutilizzo di questi ultimi.
Il progetto attiva una mappatura di questi spazi per creare una memoria condivisa di questi luoghi in abbandono che altrimenti rischierebbero di sparire nel nulla.
Una mappatura open-source, che raccoglie fotografie, racconti, storie, video, o semplici segnalazioni di quello che è stato l’abbandono culturale degli ultimi anni, tentando di riportare in vita anche simbolicamente quegli spazi, attraverso l’arte nelle sue più svariate sfaccettature e stimolando al contempo la cittadinanza attiva sull’importanza degli spazi culturali e sulla (ri)attivazione dal basso dei cosiddetti ‘‘vuoti urbani’’ o ‘‘scheletri vuoti’’ di entrambe le città.
Dario Benegiamo
39 anni, Presidente e Project Management dell’Associazione
Maria Borrata
38 anni, vicepresidente dell’Associazione e supporto logistico
Maria Rosa Esposito
32 anni, ex-volontaria Esc in Polonia e coordinatrice del team
Athena d'Orazio
38 anni, Coordinatrice progetti Erasmus Associazione Y.S.T. (Chieti/Pescara)
Caterina Ianniello
33 anni, co-fondatrice Associazione Y.S.T. e Rappresentante Legale Associazione Mani Sporche APS (Pescara)
Andrea Beddini
31 anni, grafico freelance residente a Valencia (Spagna)
Antonietta Nardella
32 anni collaboratrice esterna
Salvatore Aronica
31 anni e appassionato di fotografia urbex
Miiriam Elattaq
23 anni e volontaria
Alessia Cincotto
24 anni e volontaria
Francesca Vena
25 anni e volontaria
Kelly Candiago
29 anni e volontaria
Alice Cecco
30 anni e volontaria
Via Stalingrado, 65 - Bologna
R.U.S.C.O. (Recupero Urbano Spazi Comuni)
L'Ex Zincaturificio Bolognese operava dal 1953 a Bologna e in tutta la provincia, occupandosi dei servizi di zincatura a caldo. Dopo anni di abbandono l’enorme capannone torna a vivere nel 2016 grazie ad una call for-artists promossa dall'associazione ''Serendippo'', in contestazione alla mostra di Street-Art a pagamento proposta dalla fondazione Genus Bononiae Street Art – Banksy& Co. L’arte allo stato urbano.
Nel 2016 così, più di 40 artisti italiani ed internazionali diedero vita ad un grande museo di street-art ad ingresso libero all'interno della struttura ormai abbandonata da anni.
Tra gli artisti principali che dipinsero le pareti dell’Ex-Zincaturificio troviamo: 5074, About Ponny, Ache77, Animelle, Carlos Atoche, Casciu, Bdn, Bibbito, Collettivo Fx, Dada, Dirlo, DissensoCognitivo, Distruggilaloggia, Ente, Exit Enter, Fuori Luogo, Hazkj, Hpc Crew, Hang, Incursioni Decorative, Hopnn, JamesBoy, Leo Borri, Luogo Comune, Marcio, Nada, Nemo’S, Pepecoibermuda, Progeas Family, Psikopatik, Pupa, Reve+, Caesar, RickyBoy, Snem, Sharko, Standard, Stelle Confuse, Tadlock, Valda, Zolta.
La proprietà ha recentemente annunciato la volontà di voler abbattere l'enorme spazio.
Via del Pratello n. 53, Bologna.
Centro Sociale della Pace
Alcune foto dell'evento di chiusura del progetto ''Solidarity Urbex'' tenutosi il 24 maggio 2023 presso il Centro Sociale della Pace, in Via del Pratello n. 53, Bologna.
Mostra fotografica più musica affidata ai ''Vibrella Sound'' che da anni ibridano arti circensi a musica elettronica.
Via San Donato 149, Bologna
Il circolo ARCI RitmoLento aveva aperto le sue porte in Via San Carlo 12/A nel 2016 diventando subito un punto di riferimento per studenti e studentesse, lavoratrici e lavoratori precari e collettivi di vario tipo quali: femministi, ecologisti ed antirazzisti.
Celebre fu la campagna DON'T PANIC organizzata durante il lockdown nella quale lo spazio divenne base operativa e punto di raccolta per i cosiddetti ''rider solidali'' che effettuavano consegne in supporto alle fasce più bisognose durante quel delicato periodo.
Da lì in poi però venne la crisi economica dettata dalla pandemia che colpì molte associazioni e spazi culturali tra cui anche RitmoLento che fu costretto a chiudere le proprie porte nel 2021: https://zero.eu/it/news/chiude-larci-ritmolento/
La mancanza di uno spazio è stata l’occasione per avviare percorso di coprogettazione rivolto alle realtà sociali e culturali della città che da tempo scontavano una crisi di senso dovuta alla pandemia e al rapporto con le ultime amministrazioni – che ha portato al progetto denominato “Puntiamo allo spazio”. Progetto che fu presentato al Comune di Bologna con un appello per l’assegnazione di un immobile pubblico. Appello che però non si è mai concretizzato in un percorso coerente con le esigenze dell’associazione.
Dopo due anni di chiusura forzata dettata dalla crisi pandemica e dagli accordi andati in fumo con il Comune di Bologna, nel 2023 il collettivo trova finalmente una nuova casa presso il circolo ARCI ''Il Casalone'' in Via San Donato 149: https://zero.eu/it/eventi/279690-inaugurazione-ritmolento,bologna/
All'interno del nuovo spazio, il collettivo in un'ottica di condivisione degli spazi con i numerosi anziani che abitualmente frequentano il circolo ha già avviato diverse attività quali: una sala prove gratuita “per la ricostruzione di un tessuto culturale fuori dalle logiche di mercato”, un progetto di doposcuola per medie e superiori e un co-working per permettere a lavoratori e lavoratrici di uscire dall’isolamento del lavoro da remoto.
Il 26 maggio 2024 abbiamo organizzato presso gli spazi interni ed esterni del nuovo Circolo ARCI ''Il Casalone'': Kartematte-4, evento nato in collaborazione con il laboratorio editoriale Kartaclisma. L'iniziativa ha visto il circolo animarsi con: talk, bancarelle di autoproduzioni DIY, musica, spettacoli di fuoco e socialità.
Via del Chiù, Bologna
I Prati di Caprara sono un enorme bosco di 47 ettari a ridosso dell'Ospedale Maggiore di Bologna.
Per lungo tempo, a partire da prima dell’Unità d’Italia, furono utilizzati per gare ippiche e altri sport (furono anche il primo terreno di gioco del Bologna), fino al 1913 quando divennero a tutti gli effetti un’area militare. Negli ultimi anni, dopo decenni di inutilizzo, sono passati dall’Esercito al Demanio dello Stato ed è in via di definizione l’acquisizione da parte del Comune di Bologna che oggi lì vorrebbe costruire un nuovo quartiere; con 1.300 unità abitative, una scuola e un parco. Ma non tutti sono d’accordo. Essendo quella una parte della città con una pessima qualità dell’aria e con gravi difficoltà di circolazione e di sosta, secondo molti residenti (sono più di 4.500 le firme raccolte contro il progetto) il parco è indispensabile per riequilibrare la situazione ambientale e il progetto del Comune rischia di aggravare pericolosamente la situazione di una zona già sovraccarica di traffico e smog: https://zero.eu/it/luoghi/116589-prati-di-caprara,bologna/
In difesa dei Prati di Caprara è nato anche il Comitato di Rigenerazione No Speculazione che da anni si batte per salvaguardare il grande bosco urbano e la natura che lo compone: https://rigenerazionenospeculazione.wordpress.com/
All'interno del grande bosco urbano c'è anche un Ex-Caserma abbandonata: l'Ex-Caserma San Felice abbandonata da molto tempo. L'Ex-Caserma fu occupata da attivisti del Collettivo Infestazioni a dicembre 2023 ma fu subito sgomberata, per poi essere rioccupata sabato 3 febbraio 2024 per un'occupazione temporanea di 3 giorni sempre dal medesimo collettivo.
Come spesso succede in molte zone periferiche ed in transizione, anche nel grande bosco urbano in parte abbandonato dei Prati di Caprara è nato un insediamento di popolazioni di origine Sinti e Rom, anch'esso sgomberato a dicembre: https://bologna.repubblica.it/cronaca/2023/12/20/news/ancora_ruspe_ai_prati_di_caprara_sgomberata_la_tendopoli_abusiva
Attualmente il grande bosco urbano dei Prati di Caprara risulta ancora essere nelle stesse condizioni ovvero in gran parte abbandonato ed inaccessibile per le persone che vivono nelle zone adiacenti.
Sabato 25 maggio 2024 con il team del nostro nuovo progetto ''Urbex Walkscapes'' abbiamo attraversato nuovamente il bosco abbandonato dei Prati di Caprara in compagnia del Prof. della Facoltà di Architettura di Roma-Tre Francesco Careri https://www.fondazionecriticasociale.org/francesco-careri/ il quale oltre a scrivere il famoso libro ''Walkscapes. Camminare come pratica estetica'' edito da Einaudi nel 2006, ha fondato anche il Collettivo artistico Stalker-Osservatorio Nomade:https://www.facebook.com/StalkerNoworking/
Attualmente il bosco urbano dei Prati di Caprara, nonostante gli ultimi sgomberi, risulta ancora chiuso ed in stato di completo abbandono.
Via Corticella n. 104, Bologna
Lo spazio artistico ‘’Arco Iris R’’ ed è uno spazio polivalente gestito dall'Associazione Ottovolante di Bologna (https://www.facebook.com/ass.ottovolante/)
L' Arco Iris R si trova in Via di Corticella n. 104, in quello che è il quartiere Navile di Bologna ed oggi considerato prima periferia della città.
Questo spazio in passato era la casa del custode dell’Ippodromo di Bologna Arcoveggio, inaugurata il 5 giugno 1932.
Da circa quindici anni gravava in stato di totale abbandonato e versava in condizioni di degrado ed incuria come altri spazi interni all'ippodromo, fino al 2019, anno in cui l’associazione Ottovolante lo ottenne vincendo il bando ‘Immobili Cultura’ promosso dal Comune di Bologna.
Attualmente lo spazio è divenuto una galleria d'arte con mostre e residenze artistiche per giovani artisti che risiedono per brevi periodi nella struttura ospitati dall'associazione tramite il programma Erasmus Plus.
Noi abbiamo svolto lì il primissimo evento di apertura del nostro progetto ''Solidarity Urbex'' nel giugno del 2022, qualche altro workshop e laboratorio pomeridiano organizzato dall'associazione Ottovolante ed un evento nell'ambito del progetto ''Urbex Walkscapes'' il 4 ottobre 2024 con i ragazzi dell'etichetta musicale indipendente ''Synth-o-Matic''.
Via Stalingrado, 59 Bologna
Ex Senza-Filtro/ Ex-Oz
L'enorme area dell'Ex-SAMPutensili venne affidata all'Associazione Planimetrie Culturali APS che da anni svolge a Bologna progetti di rigenerazione urbana tramite le cosiddette "bonifiche culturali" temporanee e gli usi temporanei di spazi abbandonati. La struttura divenne così nel 2012 Senza-Filtro "Sorting for Different Art Center", un enorme spazio artistico polifunzionaledove furono coinvolte ben 22 associazioni.Nell'enorme struttura, si svolsero diversi eventi artistico-culturali che in tre anni, dal 2012 al 2015, diedero nuova vita all'enorme area. Arte, cultura ma anche tanta musica in uno spazio dove per tre anni confluirono diverse anime differenti tra loro, compreso un ostello per giovani Erasmus. Questo fino ad ottobre 2014, anno in cui l'EX-Senza Filtro divenne Oz, “Eden park” che, con i suoi 7.000 metri quadri, divenne l’area per sport urban-freestyle (skateboard, parkour e tanti altri) più grande d’Europa.
Nello spazio affiliato al circuito AICS vi confluivano sia l’anima più sportiva degli skaters e sia l’anima più alternativa di quelle che erano le varie sottoculture musicali: hip-hop, reggae e generi affini. Questo fino al 2018, anno in cui purtroppo anche l’Oz fu costretto a chiudere i battenti in quanto il gruppo Unipol proprietario della struttura decise di acquisire nuovamente lo stabile.
Attualmente la struttura è in parte ancora abbandonata mentre solo una piccola parte di essa è stata affidata al gruppo ‘’San-Cristoforo’’.
Dopo la chiusura l’OZ ha trovato una nuova casa a San. Lazzaro di Savena, conservando quantomeno l’aspetto più sportivo, dove è divenuto ‘’Eden Park’’.
Via Ferrarese, 199 Bologna
Ex Caserma Sani
L'Ex-Caserma Sani è ubicata nella prima periferia settentrionale del Comune di Bologna, località Casaralta (quartiere Navile) tra via Ferrarese e via Stalingrado, a nord della stazione ferroviaria e presso il quartiere fieristico.
La zona è caratterizzata da edifici residenziali, terziari ed ex industriali in via di riconversione. L’area limitrofa è costituita dalle espansioni residenziali di fine Ottocento e inizio Novecento del secolo scorso.
L'Ex- Caserma Sani ospitava magazzini, palazzine e edifici produttivi (tra i quali due silos e un fabbricato frigorifero). Era collegata con un binario dedicato alla rete ferroviaria nazionale.
Abbandonata nel 2003, nel 2007 diviene proprietà di Cassa Depositi e Prestiti. Dopo un'asta risultata deserta nel 2010 a causa dei prezzi decisamente troppo elevati, viene indetto un "concorso di idee" per la propria riqualificazione.
Il concorso di progettazione, bandito da CDP Investimenti Sgr a dicembre 2016 e concluso a luglio 2017, è stato aggiudicato allo studio DOGMA di Pier Vittorio Aureli e Martino Tattara, con sede a Bruxelles. Il 15 novembre 2019 i collettivi che animavano il Centro Sociale XM24 sgomberato poco prima, hanno occupato due degli edifici dell'enorme area ancora completamente abbandonata.
Molte furono le attività organizzate dai collettivi all'interno degli spazi durante i due mesi di occupazione, e molti furono gli artisti importanti che attraversarono lo spazio, come: il fumettista Zerocalcare e l'attore Elio Germano il quale fu ospite a sorpresa proprio in uno dei primi eventi che si tennero nello spazio.
Dopo circa due mesi, l'occupazione terminò con uno sgombero. Attualmente la Caserma Sani è un'ampia area militare dismessa all’interno della quale sono presenti 26 edifici diversi per dimensioni, epoca di costruzione, tipologia e stato di conservazione.
All'interno degli edifici, ci sono ancora le opere di alcuni street-artists che dipinsero le pareti in quei due mesi.
Prime tra tutte, un'opera dei due artisti Borondo e Cane Morto che dipinsero un'enorme "Madonna Trans" nella sala principale, l'opera fu soprannominata "la Cattedrale".
Via Zanardi, 28 Bologna
Ex- Poste
L’area è caratterizzata da due enormi edifici, i quali furono acquistati da Poste Italiane che dopo averne demolito alcuni edifici vi costruì il Centro di Meccanizzazione Postale attivo fino agli anni ‘90. Da allora in poi l’enorme area grava in condizioni di degrado e abbandono.
Dopo un’occupazione di alcuni collettivi negli anni ‘90 culminata con uno sgombero, l’area rimasta nel frattempo vuota venne nuovamente occupata temporaneamente nel 2018 da attivisti/e del Collettivo Crash, che essendo stati precedentemente sgomberati dalla loro storica sede, ne avevano richiesto l’utilizzo tramite un progetto di auto recupero per fini socioculturali ed aggregativi. Poste Italiane però non accettò la proposta ed ora l’enorme area attualmente verte ancora in condizioni di totale abbandono.
Nonostante tutto, le Ex-Poste continuano a mantenere il loro fascino, anche a causa di un enorme ciminiera che si intravede sul lato destro dell’area e che sopravvive nel tempo in quanto tutelata dalla Sovrintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici quale modello di archeologia industriale dell'Ottocento.
Il 2 giugno 2023 l’area fu nuovamente occupata per 2 giorni di mobilitazione dal collettivo studentesco ‘’Scuole in lotta’'.
Via della Cooperazione, 10 Bologna
La storia del Collettivo Crash è una storia travagliata fatta di numerose occupazioni e relativi sgomberi, che il Collettivo ha attraversato a partire dal lontano 2003. L’occupazione che durò decisamente più a lungo fu quella dell’enorme stabile di proprietà di Unicredit che una volta fu l’ex-centro di smistamento della posta del gruppo bancario. L’enorme stabile, fatto di numerosi hangar e di una struttura a più piani, fu abbandonato ed occupato dal Collettivo nel febbraio 2009. Da lì in poi, molte furono le attività politiche, culturali e sociali che gli attivisti/e vi organizzarono all’interno, e molti furono anche gli artisti che attraversarono l’enorme stabile.A testimonianza di ciò, ci sono i bellissimi murales che ancora ne decorano le pareti.
Concerti, festival, laboratori, presentazioni di libri ed un mercato biologico contadino a cadenza settimanale, fino ad agosto 2017 anno in cui ci fu lo sgombero.
Attualmente, l’enorme stabile risulta in parte ancora abbandonato ed abitato in condizioni più che precarie da chi evidentemente non può permettersi un’altra sistemazione, mentre c’è un’altra parte dello stabile dove sono in corso dei lavori di ristrutturazione.
Nel frattempo, il Collettivo ha trovato però un’altra casa, questa volta lanciandosi in un progetto di ‘’rigenerazione urbana’’ dal basso realizzato in due anni tramite un crowdfunding.
La nuova sede si trova in quella che prima era l’Ex-Centrale del latte in Via di Corticella n. 104, nel quale il Collettivo ha rigenerato lo spazio dando vita al progetto tuttora in corso chiamato: ‘’Hub delle Periferie’’.
Via Libia, 69 Bologna
Dopo anni di abbandono nel 2002 lo stabile precisamente al civico 69 viene concesso all’Associazione "Amici di Piazza Grande", che ne fece la propria prima sede dopo l'apertura del giornale "Piazza Grande" avvenuta nel 1993.
Nel 2014 parte della struttura viene data tramite concessione d'uso temporaneo all’Associazione artistica "Le Fucine Vulcaniche" con l’obiettivo di offrire opportunità di formazione e lavoro ai giovani del quartiere. Nel 2015 anche il collettivo di artisti del Circo Paniko si trasferì con il proprio tendone da circo nel cortile esterno dello stabile.
Questo fino al 2016, anno in cui purtroppo la struttura subì un altro fortissimo incendio che distrusse gran parte dello stabile costringendo l’associazione ad interrompere ogni attività. Nel periodo antecedente però, c’era stato anche un accordo tra la Città Metropolitana di Bologna e l’azienda privata bresciana Tassone Costruzioni che acquisì l’area dopo l’incendio. La nuova proprietà privata bresciana però, ne cambiò la destinazione d’uso e decise di costruire un centro commerciale.
Via Fioravanti 24, Bologna
Ex Mercato ortofrutticolo del quartiere Bolognina fu fondato nel 1930 dalla Cassa di Risparmio, in un'area di 35.000 mq retrostante la stazione centrale.
Fu la sede storica del Centro Sociale Xm24 dal 2002 al 2019.
La storia del Centro Sociale Xm24 iniziò nel 2000 quando alcuni/e attivisti/e reduci dall’esperienza del Bologna Social Forum occuparono l’ex gasometro di Via Ranzani sgomberato un anno più tardi. Reduci dallo sgombero di Via Ranzani ma ancor di più dai fattacci del G8 di Genova, gli/le attivisti/e ottennero in concessione dal sindaco di destra Guazzaloca gli spazi dismessi dell’ex-mercato ortofrutticolo di Via Fioravanti n. 24.
Nacque così nel 2002 Xm24 e tutta la serie di collettivi che animarono lo spazio fino al 6 agosto 2023, giorno in cui ci fu lo sgombero.
Il Centro Sociale mantenne dei rapporti seppur a tratti conflittuali ma comunque discretamente buoni con il Comune di Bologna fino al 2011, anno in cui la conformazione dello storico quartiere Bolognina iniziò a cambiare.
Il primo tentativo di sgombero da parte del Comune di Bologna e di un quartiere come la Bolognina che con il tempo stava cambiando sempre di più ci fu nel 2013, quando il Comune comunicò al Centro Sociale la volontà di voler costruire una rotonda su Via Fioravanti, cosa che avrebbe sacrificato un consistente pezzo di Xm24.
Fortunatamente però, il rischio fu scampato grazie ad un progetto alternativo presentato proprio dagli stessi attivisti dal nome ‘’la realtà non è rotonda’’, in occasione del quale venne anche realizzato dallo street-artist Blu il bellissimo murales ‘’Occupy Mordor’’.
Un altro tentativo di sgombero ci fu sempre nel 2013 quando l'ex-sindaco di Bologna Virginio Merola chiese a tutti gli spazi in concessione dal Comune di regolarizzare i rapporti tramite bandi e concessioni destinati a soggetti associativi, tirando così automaticamente fuori da tale discorso i centri sociali come Xm24 che per loro natura avevano un'organizzazione più orizzontale.
Anche quest'altro tentativo di sgombero però fu scampato, grazie alla nascita del Comitato E.S.A.(Esperienze Sociali Autogestite), un comitato che nacque con l'obiettivo di fare da ponte tra i centri sociali ed il Comune e che permise ad Xm24 di vedersi rinnovata la convenzione.
Nel frattempo però, grandi gruppi privati iniziarono a mettere gli occhi sulla street-art volendola privatizzare e così nel 2016 Blu cancellò il suo bellissimo murales dalle pareti di Xm24, in contestazione alla mostra promossa dalla fondazione Genus Bononiae e della sua mostra Street Art – Banksy& Co. L’arte allo stato urbano.
L'area in città si faceva sempre più tesa ed il 30 gennaio 2017 il Centro Sociale Xm24 si vide non rinnovare la propria convenzione ed il Comune tramite una lettera chiese agli/alle attivisti/e di lasciare lo spazio entro il 30 giugno.
Da lì in poi si succedettero una serie di iniziative volte a difendere a tutti i costi lo spazio: festival, raccolta firme e persino una partecipata Street-Parade dove circa 10000 persone sfilarono per le strade di Bologna sotto il grido: ''Contro il nulla che avanza''..
Purtroppo però a nulla servì tutto ciò, perchè il 6 agosto 2019 le ruspe arrivarono a sgomberare definitivamente il Centro Sociale Xm24.
La storia del famoso Centro Sociale è stata raccontata in un bellissimo documentario dal titolo ''Come una foresta in città'', reperibile in streaming al seguente link: https://openddb.it/film/come-una-foresta-in-citta/
Via Zago n.1, Bologna
L’Ex-Centro ‘’Cesare Ragazzi’’ svolse la sua funzione di clinica fino a circa una ventina di anni fa. Da allora, la struttura di proprietà del gruppo privato Holding Investire Sgr verte in condizioni di totale abbandono.
Nel 2015, lo stabile venne occupato da attivisti/e vicini all’area anarchica che inaugurano l’occupazione chiamando il posto con il nome di ‘’La Rage’’. L’occupazione però venne sgomberata dopo circa tre settimane.
Il 21 aprile 2022 lo stabile ancora più fatiscente visti gli anni passati, venne nuovamente occupato, stavolta da attivisti/e di XM24 e dal Collettivo InfestAzioni, che inviarono una lettera alla proprietà chiedendo un uso temporaneo della struttura per poter svolgere attività di mutualismo ed aggregazione libera e spontanea al di fuori dalle logiche di mercato.
Ci fu ovviamente un secco no da parte della proprietà ed il 24 maggio 2022 lo stabile venne di nuovo sgomberato.
Durante quel mese di occupazione, molte furono le attività che gli/le attivisti/e vi organizzarono all’interno, prima tra tutte il Festival dell’Editoria Indipendente Ole’, che un tempo si svolgeva presso il Centro Sociale Xm24.
Attualmente la struttura verte ancora in condizioni di totale abbandono.
Viale Enrico Panzacchi, 8, Bologna
Staveco - Stabilimento Veicoli da Combattimento (noto anche con la dicitura Stabilimento Veicoli Corazzati) era un complesso industriale principalmente attivo nella produzione di munizionamento e mezzi corazzati.
Nel 1947 l'impianto diventa Ormec, Officina Riparazione Mezzi Corazzati, occupandosi di revisione, manutenzione e riparazione di carri armati, semoventi, veicoli corazzati e blindati e relativa attrezzatura e dotazione.
L'impianto subisce diversi cambi di denominazione fino al 2003, anno in cui chiude i battenti. Attualmente l’intera area risulta quasi totalmente abbandonata, fatta eccezione per un parcheggio.
Dal 2003 tante sono state le proposte avanzate per una rigenerazione dell’enorme area abbandonata a due passi dal centro cittadino e dai bellissimi Giardini Margherita. L’ultima tra tutte è quella che sembra essere quella più certa, ovvero che l’intera area dell'ex caserma Staveco, venga destinata all’insediamento di alcune sedi giudiziarie, ad integrazione del polo giudiziario già presente in centro storico e a poca distanza.
Nel frattempo però, all’interno dell’enorme area dismessa si è instaurato un vero e proprio museo di Street-Art a cielo aperto, in quanto molti sono stati gli artisti che negli anni sono passati a decorare le pareti dell’ex-Caserma. Tra i più famosi: Ericailcane, Andrea Casciu, Zolta, Crisa, Tellas, Argonaut, Void, Rmogrl8120, Luogo comune, Dielis, Claudio Sale, Dissenso cognitivo, Sharko, Bibbito, Lo Sbieco, James Boy, Brome, Awer e molti/e altri/e.
Le opere di Street-Art sono talmente tante che il Comune di Bologna ha recentemente annunciato di voler staccare le opere prima della messa a posto degli stabili per poterle esporre in un museo: https://zero.eu/it/news/il-comune-vuole-spostare-i-murales-della-staveco-in-un-museo-ma-forse-non-e-il-caso/
Via dell'arcoveggio n.49 Bologna
Nel 2016 il Collettivo artistico "Elastico" già reduce da altre esperienze artistiche, si stabilì in una casa a due piani caratterizzata da mattoni rossi ed un ampio giardino esterno, in Via dell'Arcoveggio, nel quartiere Navile.
Nacque cos' uno spazio ibrido e di contaminazione artistica, caratterizzato da molte attività come: mostre, laboratori artistici, eventi e ovviamente concerti volti all'autofinanziamento. In forte connessione con l'attitudine DIY e la contro-cultura queer lo spazio seppur non grandissimo divenne subito punto di riferimento per tanti/e giovani.
Questo fino al 2021, anno in cui purtroppo lo spazio fu costretto a chiudere in seguito alle condizioni economiche svantaggiose venute in seguito alla pandemia.
Dalle ceneri di questa esperienza, sempre nel 2021 nacque Elastico-Records, la prima etichetta non binaria, anti-sessista e anti-razzista in cerca di un nuovo spazio: https://www.elastico.org/
Recentemente il Collettivo, ha annunciato di aver trovato una nuova sede sempre nel quartiere Bolognina.
Via Orfeo n.46, Bologna
La Ex-Caserma Masini è situata nella zona sud-est del centro storico in zona di grande pregio urbanistico e spiccata vocazione residenziale (zona Galvani). L'enorme area è composta da diversi corpi di fabbrica su una superficie territoriale pari a 7.490 mq.
L'area fu occupata dai collettivi del Centro Sociale Làbas il 13 novembre del 2012.
Per anni al suo interno molte furono le attività sviluppate dal collettivo, tutte a carattere socio-culturale, come: il mercato settimanale biologico di Campi Aperti, un piccolo dormitorio sociale autogestito, una ciclo-officina, numerosi concerti ed eventi culturali.
L'8 agosto del 2017 lo spazio fu violentemente sgomberato, insieme ad altri importanti centri sociali della città.
Nel mese di settembre dello stesso anno fu organizzata a Bologna una grande manifestazione nazionale in protesta allo sgombero, che vide la partecipazione di circa ventimila persone provenienti da più parti d'Italia, sotto il grido #RiapriamoLabas.
Successivamente, nello stesso anno il Collettivo costituì un'associazione dal nome "Nata per sciogliersi" grazie alla quale si aggiudicò tramite bando una concessione di 8 anni riguardante gli spazi di Vicolo Bolognetti n. 2, sempre nel quartiere Santo-Stefano.
Tra le tante attività: uno Sportello legale per migranti, uno per il lavoro e uno per la casa, un doposcuola, una scuola d’italiano, LàBimbi, un progetto ludico-educativo, la ciclofficina sociale LàBike e il Laboratorio di Salute Popolare che offre cure mediche e odontoiatriche e sostegno psicologico.
L'insieme di queste esperienze costituisce la nascita del cosiddetto "Municipio Sociale Autogestito".
Nel 2021 però alcuni/e attivisti/e del Collettivo aprirono nuovamente i cancelli dell'enorme Ex-Caserma Masini, per dare un messaggio simbolico all'amministrazione comunale, contestando la decisione di Cassa Depositi e Prestiti di aprire un hotel utilizzando parte della struttura e contestando il fatto che a quattro anni dallo sgombero l'enorme struttura gravi ancora in condizioni di completo abbandono.
Il 28 aprile 2023, il collettivo universitario Luna, insieme ad Adl Cobas, entrambi vicini alla galassia degli/delle attivisti/e del Centro Sociale Làbas, aprirono le porte delle case di Via Borgolocchi, gli spazi adiacenti all'ex-caserma Masini, dando vita ad: H.O.ME. (Hub di Organizzazione Meticcia), occupazione di tipo abitativo.
Insieme alla questione abitativa, già da tempo al centro del dibattito politico bolognese, si torna a discutere di riconoscere l'Ex-Caserma Masini come Bene Comune, infatti, in alcune giornate le porte dell'ex-caserma tornano ad essere aperte per iniziative ad hoc volte appunto alla sensibilizzazione di ciò.
Il 18 luglio 2023 però anche lo spazio H.O.ME. viene di nuovo sgomberato, mentre sulle enormi parati dell'Ex-Caserma giace ancora il bellissimo murales realizzato dallo street-artist NemO's.
Nel frattempo però, il Il TAR ha pubblicato la sentenza relativa al bando per l’assegnazione di vicolo Bolognetti accogliendo il ricorso che quattro associazioni (BoArt, Comitato Piazza Verdi, Youkali, Vicolo Stretto) presentarono nel 2020. Làbas si era presentato al bando come associazione con il nome di “Nata per sciogliersi” e ora, secondo i giudici, dovrà lasciare lo spazio: https://zero.eu/it/news/secondo-il-tar-labas-deve-uscire-da-vicolo-bolognetti/.
Via Stalingrado n.31, Bologna
L’area dell’ex sede del negozio Mercatone Uno è un'area commerciale dismessa localizzata in via Stalingrado, 31-33, angolo via Cesare Gnudi, 2.
L’ex-Mercatone Uno chiuse circa una decina di anni fa. Nel 2015 lo stabile fu occupato dal Collettivo Hobo il quale occupò la struttura inaugurando i cosiddetti ‘’Magazzini del Popolo’’, ma l’occupazione fu sgomberata dopo circa un mese.
Da quel momento in poi, l’enorme area in parte fatiscente rimase in stato di completo abbandono. Nel 2020 e quindi in piena pandemia, il famoso artista ed architetto di nome Edoardo Tresoldi vi realizzò all’interno un'installazione artistica temporanea dal nome ‘’Cerimonia’’, con il fine di valorizzarne l’abbandono inaugurando appunto un nuovo inizio.
Sabato 19 novembre 2022 parte dell’area venne nuovamente occupata dal Collettivo InfestAzioni, reduce già da un altro sgombero.
Il 13 dicembre 2022 però anche questa occupazione terminò, mentre come già successo con le vicende di Blu nel 2016 https://www.artribune.com/attualita/2016/03/bufera-street-art-a-bologna-blu-cancella-le-sue-opere/, gli/le attivisti/e staccarono dalle pareti dello stabile un bellissimo murales dello street-artist Ericailcane, per evitare appunto che l’opera potesse essere staccata ed esposta in un museo magari a pagamento.
L’intera area di proprietà del Gruppo Unipol infatti, sarà oggetto di riqualificazione. L’intervento prevede l’abbattimento di due capannoni dell’area e la costruzione di diversi edifici a carattere prettamente residenziale e commerciale.
Via Capo di Lucca n.30, Bologna
L’esperienza di Bartleby inizia con l'occupazione di uno stabile dell’Università in via Capo di Lucca n. 30, dismesso da anni, se non per qualche armadio della facoltà di Scienze Aziendali.
È marzo del 2009, in piena Onda (il movimento studentesco), sono gli ultimi mesi della giunta Cofferati e del rettore Pier Ugo Calzolari. Per tre volte in sei mesi, Bartleby viene sgomberato e di nuovo rioccupato.
Nel frattempo, a Palazzo D’Accursio si insedia Flavio Del Bono, il sindaco breve, e in rettorato arrivano Ivano Dionigi e il 'prorettore' degli studenti Roberto Nicoletti. Bartleby diventa un' associazione studentesca e a dicembre del 2009 partecipa a un bando per l’assegnazione di spazi a realtà associative universitarie. Vince e a marzo 2009 entra nei locali di via San Petronio Vecchio che prima erano sede della Croce Rossa con una convenzione valida fino al 31 settembre 2009.
La sede storica di Via Capo di Lucca è da allora in condizioni di parziale abbandono, mentre da fuori si può ancora notare un bellissimo murales dello street-artist Ericailcane https://www.ericailcane.org/ che ne dipinse le pareti.
Piazza Porta S. Stefano n. 6, Bologna
La storia dell'ex-Atlantide fu lunga e travagliata e si intreccia fortemente con quella che è la storia del Cassero LGBTi+, che oggi conosciamo tutti/e e che si trova appunto in Via Don Giovanni Minzoni, 18.
Il 23 dicembre 1945 l'ex-sindaco socialista Zanardi inaugurò al secondo piano la sezione Bentini del Partito Socialista.
Inizialmente, vi erano due realtà e spazi differenti, uno fu occupato dal 1972 da attivisti/e di area anarchica, l'altro ha ospitato in passato varie realtà associative.
Nel 1997 il Cassero 2 fu occupato e chiamato Atlantide, e divenne subito un importante luogo e laboratorio di sperimentazione politica e culturale.
Da allora in poi, emersero diversi collettivi di donne lesbo-femministe separatiste e il collettivo musicale NullaOsta, e così lo spazio seppur piccolo divenne subito un importante centro internazionale per la contro-cultura queer-femminista e per tutto ciò che ruotava intorno all’universo musicale DIY e Punk-Hardcore.
Questo fino al 9 ottobre 2015, giorno in cui lo spazio venne sgomberato, con non poche polemiche all'interno della giunta comunale di allora.
Nonostante le polemiche lo spazio continua però ad essere abbandonato, al suo posto dovrebbe essere aperta una sede per i Servizi Sociali ma non sarà facile mettere a posto la struttura in quanto l'edificio è sottoposto a vincolo da parte della Sovrintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio.
Nel frattempo, a testimonianza di quello che fu lo storico spazio rimane “Atlantide – Hardcore d.i.y. punx live 2001-2015”, un libro che consente di “sfogliare 14 anni di punk hardcore in Atlantide tra foto, flyer e contributi scritti di chi c’era e di chi ci ha suonato”.
Via di Corticella n. 56, Bologna
Edificio colorato a più piani nel pieno quartiere della Bolognina e a due passi da Piazza dell’Unità.
L’edificio colorato, una sorta di piccola Bauhaus, fu prima Biblioteca di quartiere (biblioteca Pelagalli), poi asilo nido fino al 2012 e poi rimase abbandonato.
Nel 2016 fu occupato da attivisti/e per il diritto alla casa del collettivo Social-Log, ma fu subito sgomberato.
Il 2 febbraio 2018 in occasione di Arte Fiera 2018 e Art City con una mostra collettiva dal titolo “2218. Esercizi di manutenzione di immaginario”, l’edificio tornò di nuovo a vivere diventando la sede di Voxel, un gruppo di creativi infatti vi inaugurò un nuovo spazio di co-working per artisti, imprenditori, produttori, designer.
Nel 2020 però, un pò a causa della pandemia ed un pò per cause sconosciute lo spazio chiuse di nuovo i battenti.
Nel giugno del 2023 però, la piccola Bauhaus della Bolognina è tornata a nuova vita con l'apertura del circolo Hex: ''uno spazio di promozione sociale, culturale e musicale nonché covo di streghe'':https://zero.eu/it/eventi/284970-arcana-inaugurazione-circolo-hex,bologna/
Via del Terrapieno n. 22/b, Bologna
Il Laboratorio l'isola è stata la sede di un piccolo ma dinamico spazio di produzione artistica e culturale indipendente.
Nato più di dieci anni fa prima come spazio abitativo in una zona altamente periferica del quartiere San. Donato di Bologna, e poi diventato nel tempo un laboratorio artistico con attività di vario tipo come: mostre, concerti e festival.
Tra le numerose attività che vi furono sviluppate all'interno dello spazio, molte di queste erano in forte connessione con il mondo DIY e tutto ciò che ruota intorno alla contro-cultura queer.
Tante le attività artistico-culturali e musicali volte principalmente all'autofinanziamento, fino al 2020, anno in cui lo spazio fu purtroppo costretto a chiudere a causa delle difficoltà economiche venute in seguito alla pandemia: https://zero.eu/it/news/elastico-faart-e-laboratorio-lisola-chiudono-i-propri-spazi/
Attualmente, lo spazio che era di proprietà privata è stato completamente riconvertito in una piccola azienda, mentre alcuni degl* abitanti di quello che per anni ha rappresentato una piccola "utopia" periferica animano il Circolo DEV in piena zona universitaria: https://zero.eu/it/luoghi/206242-circolo-dev,bologna/
Via Giuseppe Tartini n. 3, Bologna
Il Mercato Sonato è stato il centro culturale del quartiere San Donato di Bologna, interamente autogestito dall'Orchestra Senzaspine, orchestra giovanile con più di 400 elementi. La sua storia è iniziata, nel 2015 con un progetto di rigenerazione urbana e culturale, unico nel suo genere a livello nazionale.
Gli spazi del Mercato Sonato sono stati assegnati nel 2015 dal Comune di Bologna all’Associazione Senzaspine, nata nel 2013 e vincitrice del bando Incredibol! 2014 di Palazzo D’Accursio e di Culturability 2015 della Fondazione Unipolis.
L’Orchestra Senzaspine, è un’ associazione che conta oggi oltre 450 musicisti under 35, nata dall’idea di due amici, i giovani direttori d’orchestra: Tommaso Ussardi e Matteo Parmeggiani, attualmente presidente e vicepresidente dell’associazione.
La missione era duplice e ambiziosa: da un lato riconsegnare la musica classica all’amore del grande pubblico, dall’altro offrire ai giovani orchestrali concrete opportunità professionali e la possibilità di confrontarsi con il repertorio sinfonico più impegnativo e affascinante. Il tutto secondo un approccio coinvolgente, che proiettava nel futuro l’eleganza della tradizione, con l’intento di sfatare i falsi miti che accompagnano la musica classica.
Questo però fino a luglio 2023, perchè il Comune di Bologna ha annunciato di voler trasformare la vecchia struttura del mercato rionale del quartiere San Donato, in un un ''moderno spazio polifunzionale portando avanti la vocazione incentrata su musica, cultura e creatività che si è affermata negli ultimi anni'', impegnandosi a trovare nel breve tempo una nuova sede per l'Orchestra Senzaspine: https://zero.eu/it/news/lex-mercato-san-donato-diventa-uno-spazio-polifunzionale-ultramoderno-via-il-mercato-sonato/
La storia del Mercato Sonato però continua perchè l'associazione che lo gestisce ha ottenuto il permesso di continuare con le proprie attività almeno fino a dicembre 2023, nell'attesa che inizino i lavori di ''riqualificazione'' dello stabile.
Nonostante il ritardo sulla tabella di marcia, qualche settimana fa è stato reso noto che l’intervento che prevede la demolizione dell’ex mercato San Donato avverrà entro giugno. Al posto del Mercato Sonato ci sarà un edificio ipermoderno.
L'associazione Orchestra Senzaspine che ha gestito lo spazio per 9 anni ha organizzato un party di 3 giorni denominato ''Demolition-Party'' per salutare lo spazio. L'associazione si è dichiarata triste ma fiduciosa rispetto a quelle che saranno le scelte del Comune in merito alla concessione di un altro spazio nel giro di due anni: https://zero.eu/it/news/il-mercato-sonato-dice-addio-con-un-demolition-party-tristi-ma-fiduciosi/
Via del Parco 16, Bologna
L'Ex-Caserma Stamoto è un’area di 13 ettari nata come officina per mezzi militari, oggi in fase di dismissione.
L'enorme struttura è solo una delle diverse aree militari abbandonate presenti nella città di Bologna e come le altre è da tempo al centro di diverse polemiche.
Lo stabile, abbandonato ormai da diversi anni fu occupato nel 2015 dagli attivisti di ''Noi Restiamo'' in concomitanza con la Festa della Repubblica del 2 giugno.
L'occupazione però durò solo una settimana perchè venne subito sgomberata, dopo una denuncia presentata dall'Esercito.
Sempre nel 2015, alcune realtà del terzo settore quali Volabo – il CSV di Bologna e Associazione Andromeda-Coordinamento Emilia-Romagna, presentarono un'idea progettuale che aveva il fine di rigenerare l'enorme area militare da anni condannata all'abbandono e all'incuria.
Vennero quindi fissati alcuni obiettivi, fra questi quelli di: realizzare una casa del terzo settore, laboratori di arti e mestieri, spazi ricreativi, favorire lo sviluppo di luoghi di aggregazione e punti di comunità capaci di ospitare abitanti e generazioni con caratteristiche diverse e di dare un’identità positiva agli spazi pubblici.
Il 20 aprile 2016, presso l’Urban Center di Bologna si svolse un primo importante appuntamento cittadino dal titolo ''Ridisegnare spazi urbani per sviluppare comunità competenti. Idee progetto per il recupero dell’area dismessa della ex-caserma Stamoto di Bologna''.
Nell'ambito di quest'incontro vennero sviluppate cinque proposte progettuali per la ''rigenerazione'' dell'Ex-Stamoto, che però attualmente attendono ancora di essere sviluppate:https://benicomuni.csvnet.it/rigenerare-spazi-urbani-per-sviluppare-comunita-competenti-idee-progetto-per-il-recupero-dellex-caserma-stamoto/
Sabato 11 dicembre 2022, D(i)ritti alla città, rete per gli spazi pubblici tornò ad aprire simbolicamente per una giornata i cancelli dell'ex-caserma Stamoto, con il fine di denunciarne le condizioni di abbandono, sensibilizzare ed informare la cittadinanza sul destino degli spazi pubblici dismessi a Bologna: https://dirittiallacitta.org/aperti-i-cancelli-dellex-caserma-stamoto-per-mostrare-quanto-e-sottratto-alla-cittadinanza
Ad ottobre 2023, il Comune ha annunciato che a breve firmerà un protocollo d’intesa insieme all’Agenzia del Demanio.
Il protocollo potrà dare il via agli interventi di ''riqualificazione'' sull'area da oltre 120 mila metri quadri. Dopo tale firma, il Comune ha intenzione di avviare un confronto con i residenti del quartiere "per definire nel dettaglio gli usi e le funzioni più idonee rispetto ai bisogni".
In tal caso, il Comune immagina di trasformare l'ex caserma in area ad "usi misti", ovvero alloggi, area verde, residenze per studenti, spazi sportivi e, non da ultimo due grandi parcheggi "che i cittadini hanno indicato come prioritari in zona".
Via Larga n. 49, Bologna
Nel 2008 la struttura che un tempo era l'ex stazione di smistamento ferroviaria situata nel quartiere Pilastro di Bologna fu acquisita dall'associazione Planimetrie Culturali APS nata da un collettivo di artisti e da quella che fu un'altra importante esperienza di auto-recupero bolognese: il C.A.C.U.B.O. (Cantiere Culturale Bolognese).
L'associazione che dal 2007 sviluppa progetti di "bonifiche culturali" temporanee in spazi abbandonati, inizia a gestire lo spazio trasformandolo in un ottimo esempio di rigenerazione culturale dal basso, organizzando all'interno della struttura numerosi eventi artistico-culturali quali: concerti, mostre ed eventi musicali di vario tipo.
Questo fino al 2012, anno in cui purtroppo il sisma colpì l'Emilia-Romagna distruggendo parte della struttura e costringendo l'associazione a dover abbandonare l'edificio.
Da allora in poi per l'associazione ebbe inizio un'altra esperienza, ovvero quella del "Senza-Filtro "Sorting for Different Art Center" nello stabile dell'Ex-SAMPutensili di Via Stalingrado n. 59, Bologna.
Via Guelfa n. 40/4, Bologna
Camere d’aria è uno spazio polifunzionale al cui interno transitano forme espressive, pratiche artistiche e tante idee, a volte intuitive altre volte risultato di una riflessione razionale che ne definiscono l’architettura.
Un'architettura fluida, costantemente in trasformazione tramite le energie di chi attraversa lo spazio e da cui viene trasformato in uno scambio mutevole e rizomatico di influenze. Camere d’aria sostiene e promuove la partecipazione e l’espressività artistica dal basso, in assenza di inutili gerarchie e di modelli organizzativi troppo rigidi.
All’interno di camere d’aria i confini identitari si affievoliscono, in molti casi si dissolvono per lasciare spazio allo scambio, alla contaminazione alla libera circolazione di saperi e di prassi che non possiedono il sigillo della proprietà privata.
Famosa fu la storica parata Partòt organizzata dall'associazione per le strade di Bologna dal 2001 al 2013 alla quale è stato persino dedicato un libro: https://www.radiocittafujiko.it/un-libro-riscoperto-racconta-la-storia-della-partot-parata/ .
Associazione “Oltre” fa parte del network Trans Europe Halles: https://www.teh.net/, rete europea di centri culturali indipendenti promossi da artisti e cittadini.
Via dell’Indipendenza 71/l, Bologna
L’Ex-autorimessa che si trova sotto le scale del Pincio quindi proprio vicino al Parco della Montagnola e a due passi dall’Autostazione di Bologna nel 2015 venne affidata con concessione gratuita all’Associazione Salvaciclisti di Bologna in cordata con la Cooperativa Dynamo e altre 5 realtà cittadine affini alla tematica della mobilità sostenibile.
L’associazione si aggiudicò lo spazio grazie alla vittoria del bando Incredibol.
Dynamo da allora divenne: parcheggio, officina, bike tours, noleggio bici, bike delivery, bike cafè, consulenza e comunicazione, oltre ad organizzare numerosi concerti ed eventi culturali e musicali negli spazi interni.
A metà del 2018 però ci furono già i primi problemi, infatti, vennero annunciati dei lavori che avrebbero dovuto rendere lo spazio più fruibile e maggiormente accogliente, portando però allo sgombero di metà dell’area. I lavori si protrassero per più del previsto e infatti l’Associazione dovette rinunciare ad una parte significativa dello spazio, quella più grande dedicata appunto agli eventi e al grande parcheggio bici.
Nonostante le difficoltà venute in seguito alla pandemia e agli eccessivi ritardi nei lavori del cantiere però, nel 2020 l’associazione si aggiudicò tramite un altro bando lo spazio per altri 9 anni, coinvolgendo altre realtà affini quali: Legambiente Bologna, L’Altra Babele, Yoda che organizza il festival ITACA sul turismo sostenibile, Monte Sole Bike Group, per dar vita così ad un altro percorso che porti Dynamo a diventare un centro culturale che si occupi di lotta al cambiamento climatico con servizi di prossimità e attenzione alle fasce più fragili.
Nonostante ciò però, a causa delle difficoltà economiche venute prima in seguito al ritardo dei lavori nel cantiere e poi alla pandemia, nel 2021 lo spazio fu costretto ad abbassare le serrande.
Attualmente lo spazio risulta ancora chiuso ma essendo l'associazione Salvaciclisti vincitrice del bando è in attesa di poter riaprire i battenti: https://zero.eu/it/news/ci-sono-importanti-novita-sulla-velostazione-dynamo/
Via Azzo Gardino n. 61, Bologna
L'Ex-Palazzina Magnani e l'ex-cinema Embassy in Via Azzo Gardino n.61 sono due strutture abbandonate in pieno centro e a due passi dal Parco 11 Settembre.
L'ex-palazzina Magnani, di pubblica proprietà, in passato fu sede del dopolavoro dei Monopoli di Stato.
L'abbandono dell'ex-palazzina ha ormai superato quasi il ventennio, fatta eccezione per due occupazioni, una da parte degli/delle attivisti/e del Centro Sociale Vag61 che ne fecero la loro prima sede nel lontano 2003 https://zic.it/il-6-dicembre-2003-nasceva-vag61-ventanni-di-liberta/ ed un'altra di qualche giorno nel 2022 da parte del Collettivo Infestazioni: https://zero.eu/it/news/occupata-la-palazzina-magnani-in-via-azzo-gardino/
A parte queste due parentesi l'intero stabile rimase abbandonato per anni, per poi essere acquistato dal Comune di Bologna che nel 2020 lo acquistò dall'Agenzia del Demanio con l'intenzione di voler utilizzare la struttura per ospitare il Museo Giorgio Morandi: https://zero.eu/it/news/il-comune-ha-acquistato-la-palazzina-magnani-sara-un-grande-polo-museale/.
Questo però fino a poco fa, perchè recentemente il Comune ha annunciato la scelta di voler inaugurare il Museo dedicato all'artista Giorio Morandi presso Palazzo Pepoli: https://www.ansa.it/emiliaromagna/notizie/2024/03/05/a-palazzo-pepoli-vecchio-di-bologna-il-nuovo-museo-morandi, dove tra l'altro sono attualmente custodite le poche opere rimaste in città dello Street-Artist Blu, che nel frattempo non si sa che fine faranno visto che attualmente Palazzo Pepoli è di proprietà della Fondazione Carisbo ma a breve andrà in comodato d'uso al Comune di Bologna: https://zero.eu/it/news/che-fine-faranno-le-opere-di-blu-a-palazzo-pepoli-dopo-la-chiusura-di-genus-bononiae/
Quale sarà il futuro dell'ex-Palazzina Magnani e dell'ex-cinema Embassy?
Via della Certosa n. 35, Bologna
L'Ex-Vivaio Gabrielli in Via della Certosa n. 35, fu occupato per la prima volta l'8 aprile 2023: https://zero.eu/it/news/ce-una-nuova-occupazione-transfemminista-in-un-ex-vivaio-di-via-della-certosa/.
Un ex vivaio dismesso trasformato in uno spazio transfemminista che in poco tempo ha organizzato decine di iniziative, dato una ripulita e ricevuto le simpatie di moltissime e moltissimi abitanti del quartiere, che hanno apprezzato la trasformazione positiva di uno spazio abbandonato da tempo, tanto che nacque persino un Comitato di cittadini/e con tanto di petizione in sua difesa: https://zero.eu/it/news/la-petizione-di-un-comitato-di-residenti-per-salvare-loccupazione-della-vivaia-tfq/.
Nonostante ciò però e nonostante ci sia stata anche una trattativa con il Comune di Bologna, lo spazio fu sgomberato il 30 maggio 2023.
Dopo quasi un anno dallo sgombero il gruppo di “donne, frocie, persone queer transfemministe” tornò ad occupare nuovamente l'ex-vivaio https://zero.eu/it/news/e-stata-rioccupata-la-vivaia-tfq/, ma anche questa volta l'occupazione non andò a buon fine in quanto lo spazio fu nuovamente sgomberato dopo pochi giorni.
Attualmente l'ex-Vivaio Gabrielli risulta essere ancora in stato di completo abbandono.
Via Marzabotto n. 24, Bologna
L'Ex-Cierrebi è un enorme centro sportivo situato nel quartiere Porto-Saragozza di Bologna. La grande struttura è stata per molti anni un ottimo esempio di fusione tra pubblico e privato in quanto essendo di proprietà privata della Cassa di Risparmio di Bologna è stata per molto tempo utilizzata per finalità pubbliche sportive da parte degli abitanti del quartiere.
L'enorme struttura era dotata di: due campi da tennis, una fascia di verde pubblico boscato ed una grande piscina che un tempo era gratuita per gli abitanti di quello che all'epoca era il cosiddetto quartiere Saffi e dei soci che frequentavano il centro sportivo.
Questo fino alla fine degli anni '90, periodo in cui il mercato impose alle banche di accordarsi per delle fusioni che avrebbero consentito a quelle più piccole di garantire gli stessi servizi che solo le più grandi potevano offrire in quel momento storico: la Cassa di Risparmio in Bologna si accordò con la Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, entrando a far parte del cosiddetto “Gruppo Cardine”.
l'Istituto Bancario San Paolo di Torino acquisì tutte le azioni delle società del Gruppo Cardine (composto da Cassa di Risparmio in Bologna, dalle Casse di Risparmio di Padova e Rovigo, del Friuli, e di Venezia) e ne conseguì una variazione all'assetto organizzativo gestionale anche del Circolo, con i direttori generali che non provenivano più esclusivamente dalla realtà cittadina, ma venivano indicati dalla nuova proprietà. Appurato e confermata l'idea che la gestione dell'attività di un centro sportivo non era tipica della Banca, la proprietà si impegnò nella ricerca di un partner affidabile che sarebbe stato in grado di gestire al meglio gran parte della struttura.
Nel 2005/2006 vista la riorganizzazione interna della Banca e soprattutto considerata la nuova gestione del Circolo, il Club ha vissuto un momento di disaffezione da parte dei soci che non riuscivano più a trovare con facilità i campi da tennis disponibili, anche a causa dell'entrata nel Circolo di una nuova scuola tennis gestita dalla Virtus Pallacanestro: i 1.500 soci che si contavano all'inizio della nuova gestione finirono per diventare 500-600 nel 2010.
Nonostante una ristrutturazione che costò alla banca 400.000 Euro, quest'ultima decise di mettere in vendita l'immobile con offerta pubblica, basandosi sulla valutazione economica del bene effettuata da soggetti indipendenti. La società SECI del Gruppo Maccaferri risultò essere l'unico soggetto a formulare un'offerta condizionata, nel valore economico posto a base d'asta di 3,2 milioni di euro. Trattasi di un'offerta condizionata poiché la nuova proprietà prima di procedere all'acquisto ritenne necessario verificare la disponibilità dell'Amministrazione Comunale a condividere un percorso di ristrutturazione dell'ex-Cierrebi in fase di dismissione: sul lato privato, la possibilità di prevedere l'inserimento di una struttura commerciale costituita da una singola superficie di vendita alimentare in luogo della piscina (e non solo), e sul lato pubblico, la disponibilità a ricevere il trasferimento nel patrimonio comunale in via gratuita della parte rimanente dell'ex-Cierrebi.
Nel 2017 la vecchia proprietà procedette alla chiusura dell'impianto e delle funzioni sportive in esso presenti, e il 9 ottobre dello stesso anno questo venne acquistato dalla società Bologna Sport City, una compartecipata tra SECI e Bologna F.C., attuale proprietaria.
Grazie all'intervento di alcuni soggetti che hanno combattuto per il destino del Cierrebi, trovando vincoli e impedimenti di tipo legislativo contro la realizzazione del supermercato, la permanenza della nuova società di gestione progredì per due anni dall’acquisto di Bologna Sport City, fino a chiudere i battenti poco dopo che il Comune, si discostò definitivamente dalla posizione assunta in passato in merito alla vicenda, ammettendo pubblicamente l'impossibilità della realizzazione del supermercato, e suscitando un'immediata risposta della proprietà che, vedendosi sfumare nel nulla il proprio progetto, rimase sola con il cerino in mano dell'impianto sportivo, struttura con grandi costi di manutenzione e lontana dall'essere quella che si voleva realizzare.
Successivamente, il "Comitato Salviamo il CRB": https://www.facebook.com/salviamoilcierrebi, richiedeva di partecipare al procedimento amministrativo, ricevendo parere negativo, e faceva numerose richieste di accesso agli atti, ricorrendo anche al giudice di pace regionale per i ritardi e le omissioni. In ritardo, arrivavano le risposte da parte del Comune che davano ragione ai dubbi e alle perplessità sollevate dal Comitato.
Nell'estate del 2019, gli ultimi soggetti a usufruire dell'attrezzature sportive furono il centro estivo “5 Cerchi” e il campo estivo della Virtus Pallacanestro, che si suddivisero gli spazi a disposizione.
La struttura chiuse definitivamente il 2 settembre 2019.
Attualmente l'intera struttura risulta in stato di completo abbandono (https://sites.google.com/view/cierrebi/la-storia)
Via Luigi Tanari n. 5, Bologna
Il Distretto dell'Ex-Scalo Ravone è un'enorme area tutt'ora abbandonata adiacente e non molto lontana dallo spazio polivalente DUMBO e dal TPO in Via Casarini.
L'area è interessata da un grande progetto di riqualificazione che se tutto va bene dovrebbe iniziare già a gennaio 2024.
L’intervento prevede la realizzazione, nell’area dell’ex scalo ferroviario Ravone, di un distretto dell’innovazione sociale e culturale attraverso la ri-funzionalizzazione ecosostenibile dell’area ed il recupero di edifici industriali esistenti (106.000 mq).
Complessivamente verranno acquisiti 10 ettari di nuove aree pubbliche destinate ad usi di servizio collettivo.
È inoltre prevista la realizzazione di due importanti infrastrutture indispensabili al collegamento dell’area: un ponte pedonale e ciclabile verso il sistema ciclopedonale dell’area di Prati di Caprara e la strada di collegamento carrabile tra via Casarini e via del Chiù.
Urbex Walkscapes - Paesaggi Urbani è promosso da:
Associazione Y.S.T. (Youth-Solidarity Travellers) APS
Cofinanziato da:
Commissione Europea tramite il programma Erasmus Plus Progetto n.2023-3-IT03-KA154-YOU-
Con la partecipazione di:
Associazione Spazi Indecisi |Collettivo Attraverso la Notte | Associazione Mani Sporche APS